Il Signore degli Anelli, 20 anni dopo

Il Signore degli Anelli, 20 anni dopo

27 Luglio 2021 1 Di Luca Cafuero

Per chi come me si è approcciato (e, nel frattempo, se n’è innamorato) alla saga del Signore degli Anelli attraverso i film, questa riproposizione 20 anni dopo la prima distribuzione ha, prima di tutto, un effetto: farti sentire vecchio. Ma non vecchio come si sente Bilbo durante il suo 111° compleanno, “come burro spalmato su troppo pane”. No, vecchio nel senso ottimistico del termine. Più del tipo: “Ebbene sì, ragazzi, sono abbastanza vecchio da esserci stato nel 2002 quando “La Compagnia dell’Anello” è andato al cinema la prima volta. E ora vi dovete sorbire il pippone di ‘sto vecchio e di com’è stata quella prima volta”.

Non tutti sanno che Frodo parte dalla Contea a distanza di 20 anni dalla partenza di Bilbo. Immagini dal film "Il Signore degli Anelli: la Compagnia dell'Anello".
Non tutti sanno che Frodo parte dalla Contea a distanza di 20 anni dalla partenza di Bilbo. Immagini dal film “Il Signore degli Anelli: la Compagnia dell’Anello”.

Il Luca 1 tocca la superficie di Arda per la prima volta

Personalmente, andai al cinema da completo ignorante: non avevo idea di chi fosse Viggo Mortensen, Cristopher Lee o Cate Blanchett o ,ancora, Orlando Bloom. Né avevo idea che si trattasse di una trilogia… E figuriamoci se sapevo o immaginavo che il film fosse tratto dalla letteratura britannica. Anni dopo, quando scoprii che lo scrittore si chiamava Tolkien, continuò a sembrarmi un nome strano. Mi ricordava Timo Tolki, all’epoca chitarrista degli Stratovarius un gruppo famoso tra gli appassionati di Power Metal.

Una bozza di Barbalbero, dal Signore degli Anelli.- Libri, Tolkien
Una bozza di Barbalbero, dal Signore degli Anelli.

Non volevo ammettere di aver sprecato il mio tempo per guardale Il Signore degli Anelli…

Dicevo, non avevo la minima idea che si trattasse di una trilogia e non sapevo quale fosse la durata complessiva del film. Quanti di voi riescono a immaginare come mi sono sentito quando, alla fine (retro-spoiler!), Frodo e Sam ammirano solo da lontano la tempesta che imperversa sul Monte Fato senza nemmeno dare l’impressione di volercisi avvicinare? Dopo la delusione, che in verità è durata almeno per il resto di quella sera, pensai: probabilmente l’autore del film (all’epoca non ero minimamente in grado di distinguere i diversi ruoli all’interno dell’industria cinematografica) voleva che lo spettatore completasse il viaggio nella propria testa, con la propria immaginazione? Mi sembrava l’unica cosa saggia da pensare. O almeno, non dover ammettere di aver sprecato tre ore della mia vita (e qualche euro) per la visione del Signore degli Anelli. Vi avevo anticipato che andai al cinema da completo ignorante, no?

Le prime impressioni sul film

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Uno dei pregi del film e della tecnica narrativa adottata è il suo taglio “storiografico”. Mi spiego meglio: gli avvenimenti che si avvicendano nel film hanno tutti una solida base storica. C’è un motivo ben preciso se l’anello, l’Unico Anello, è un oggetto molto pericoloso. E c’è un motivo ben preciso se ad un certo punto finisce nelle mani di Bilbo (prima di finire in quelle di Frodo). La minuziosa descrizione del contesto in cui gli eventi si susseguono è una delle cose che, a mio parere, rende la narrazione efficace per attrarre in modo irreversibile l’attenzione dello spettatore. Quella descrizione così accurata ma collocata in un tempo remoto, mi faceva accettare il fatto che il Mondo potesse essere talmente tanto antico che, probabilmente in un passato andato perduto, quegli avvenimenti erano successi davvero.

Il Signore degli Anelli è una conquista continua dello spettatore

Diciamocelo chiaro: dopo aver visto la battaglia tra l’esercito Alleato e Mordor, con il coinvolgimento del Signore Oscuro (detto Vold… ehm no, Sauron) in prima persona la sospensione dell’incredulità era ormai parte di me. Tuttavia, se non vi fosse successo altrettanto, il film offre più opportunità di ingresso e immedesimazione in quel mondo magico. Se vi fosse sfuggito lo spiegone iniziale, nessun problema: con il cambio dell’inquadratura sulla Contea si percepisce un nuovo inizio, il punto esatto da cui gli avvenimenti verranno documentati nel film o raccontati dai suoi protagonisti, senza voce narrante calata dall’alto. Di lì a breve si farà la conoscenza di alcuni protagonisti: Gandalf, Frodo, Sam, Merry e Pipino. Vorrei citare anche Bilbo (almeno per il personale affetto che nutro nei confronti del protagonista de “Lo Hobbit”) ma in questa storia ha un ruolo marginale e sicuramente non si può definire un protagonista.

Rappresentazione di Sauron, l'Oscuro Signore della trilogia di Tolkien
Rappresentazione di Sauron, l’Oscuro Signore della trilogia di Tolkien

La Contea

A mio avviso, il primo impatto con la Contea resta uno dei momenti più significativi per il prosieguo del racconto. Esso si presenta simile all’atmosfera di paese, ovvero un luogo molto tranquillo, dove i cambiamenti sono lenti e di rara frequenza, dove tutti conoscono tutti o ne sono parenti. Un’atmosfera familiare che mette lo spettatore (me compreso) subito a suo agio. Per chiarirlo ulteriormente, alla festa per il compleanno di Bilbo “mezza Contea è stata invitata e l’altra metà si presenterà comunque”: probabilmente noi spettatori facciamo parte della metà non invitata. La festa risulta un modo efficace per conoscere concretamente alcuni dei protagonisti, i cui cammini, fatti di separazioni e ricongiungimenti, seguiremo per il resto del racconto. L’insolenza e la sbadataggine di Pipino, l’argutezza di Bilbo, per esempio.

L’Unico Anello

Presto faremo anche la conoscenza dell’Unico Anello. Esso verrà utilizzato da Bilbo per far restare a bocca aperta tutti gli invitati e svignarsela senza essere visto o fermato. Poco più tardi, infatti, esplicita a Gandalf che vuole lasciarsi alle spalle la Contea per andare a stare con gli Elfi. Tuttavia, nel momento in cui deve separarsi dall’Anello la sua volontà risulta più fragile, soggetta alla volontà dell’Anello. È in questo frangente che risulta chiaro come esso irretisce chi ne viene in possesso e come possa esercitare una sua volontà. Il momento di disputa tra Bilbo e Gandalf, due vecchi amici, resta per me una delle scene più riuscite: a quel punto sono completamente catturato dalla narrazione e la voglia di conoscere i destini dei protagonisti della Terra di Mezzo è ormai irreversibile.

Paesaggio di Hobbiville, villaggio di Bilbo e Frodo Baggins
Paesaggio di Hobbiville, villaggio di Bilbo e Frodo Baggins

Il Signore degli Anelli è ancora uno dei miei film preferiti

Mi ero prefissato di non scadere in una (ennesima) recensione del Signore degli Anelli, piuttosto di esplicitare come nel corso degli anni, nonostante le dovute rivalutazioni e la conoscenza degli scritti di Tolkien, esso resti ancora uno dei film che riguardo con più piacere. Ne ho conferma anche in questi giorni, in cui sono tornato al cinema a rivedere “La Compagnia dell’Anello”. Per lungo tempo ho considerato il terzo capitolo della saga, “Il Ritorno del Re”, il mio preferito e, per certi versi, ancora lo è. A distanza di 20 anni dalla prima visione mi ritrovo, però, a riconfigurare le mie opinioni sulla trilogia. Risentire il tema gioioso e sognante, quasi nostalgico, della Contea mi emoziona come la prima volta. Ci troviamo ancora all’inizio della storia, non conosciamo ancora tutti i protagonisti (e gli antagonisti) della trama né come essi agiranno, se vivranno, se si schiereranno al fianco del nemico o se resteranno fedeli. Forse proprio questo mi spinge a preferirlo agli altri capitoli: in un certo senso, è come se fosse metaforicamente l’età dell’infanzia. Nessuna strada è preclusa. Non si è vissuto (o visto) ancora abbastanza per aver avuto il tempo di perdere qualche amico, o nel caso di Frodo, qualche compagno di viaggio. Tutto può ancora accadere in modi che ancora non immaginiamo.