La truffa di Game Of Thrones: tre anni dopo il finale di serie – parte prima
29 Maggio 2022Il 19 maggio 2022 sono trascorsi tre anni dalla fine di Game of Thrones (in Italia l’ultima puntata è andata in onda il 27 maggio 2019) e mancano pochi mesi alla serie prequel House of the Dragon. Tuttavia, quando ripenso al finale di serie e, più in generale, a tutto lo sviluppo dell’ultima stagione non posso fare a meno di sentirmi “truffato” dagli sceneggiatori. Una sensazione che di certo lo stesso Martin non ha nemmeno pensato di alleviare; a distanza di 11 anni (UNDICI ANNI!) infatti, il sesto volume non è ancora stato pubblicato! Se questo non è farsi beffe del fandom, poco ci manca. Ma andiamo con ordine.
Per rispettare la sensibilità di ogni lettore e lettrice che potrebbe imbattersi in questo pezzo, segnalerò gli spoiler prima di rovinare la festa a qualcuno.
Game Of Thrones e Il Trono di Spade…
La mia personale storia con Il Trono di Spade – o Game of Thrones se volete – ebbe inizio quando ormai HBO e Sky stavano mandando in onda la sesta stagione. Inutile dire che, nonostante alcuni anni di sciocca e preconcetta resistenza, la serie mi rapì nei primi minuti della prima puntata. Essendo un appassionato del Fantasy, delle storie aggrovigliate e ben scritte in generale, non potei non apprezzare la forza con cui la serie si presentò. Ogni puntata che guardavo mi insegnava qualcosa di nuovo. Che si può fare un fantasy diverso in primo luogo; che il fantasy poteva diventare un genere consumato dalla massa e non solo da irriducibili nerd come il sottoscritto. Mi insegnava a prestare ancora maggior attenzione a ogni dettaglio; che fosse un incontro segreto per complottare o una frase apparentemente innocente, praticamente tutto risultava importante e, talvolta, era un’anticipazione della trama. Ma ciò che davvero mi aveva insegnato era il fatto che dentro l’universo di Game Of Thrones, in tutto Westeros ed Essos, non esistevano personaggi intoccabili.
Finali delle prime stagioni
Come ho già scritto, la lezione più importante datami da Game of Thrones riguarda il fatto che in essa l’aura di superpotere e intoccabilità dei personaggi, anche i protagonisti amati dal pubblico, va a farsi benedire. Durante le puntate vedremo scorrere sangue a fiumi; ma soprattutto, il modo in cui tanti personaggi tirano le cuoia sorprende per crudezza e tempestività. Facciamo qualche esempio.
Nota. Il prossimo pezzo contiene spoiler.
Uno dei personaggi più amati della serie è senza dubbio il protettore del Nord e Lord di Grande Inverno, Eddard Stark. Egli è un uomo di indubbio coraggio, dedito a mantenere le promesse e dagli altissimi principi morali fino a sfiorare quasi il ridicolo. È anche uno dei personaggi più noti della serie e l’attore che lo interpreta è un’icona: si tratta di Sean Bean, già interprete di Boromir nella trilogia del Signore degli Anelli. Ebbene, Eddard Stark, detto anche Ned Stark, Primo Cavaliere del Re e Protettore del […] viene condannato a morte e decapitato nella nona puntata della prima stagione. Passano 70 secondi dalla sentenza di condanna a morte alla decapitazione. Psicologicamente insostenibile.
Lievemente meno dolorosa e immediata risulta la morte di Khal Drogo avvenuta nella puntata finale. Marito di Daenerys Targaryen, ultima figlia di Aerys II, viene ferito da una lama avvelenata. L’infezione gli causerà un danno irreparabile, ma la cura si rivelerà peggio della malattia: implorata da Daenerys, una sacerdotessa esegue una magia del sangue per salvare la vita di Khal Drogo. Peccato che la vita a cui si riferisce è una vita in stato vegetativo. Viene ucciso con un cuscino in faccia dalla stessa Daenerys durante l’ultima puntata della prima stagione.
Morti importanti nella seconda e terza stagione di Game Of Thrones
Andiamo avanti veloce e spostiamoci fino alla quinta puntata della seconda stagione. Joffrey Baratheon siede sul trono di spade, Jon Snow è a Nord della barriera coi Guardiani della notte (detti anche Corvi) e impazza la guerra dei cinque re. Due di questi cinque re sono intenti ad affrontarsi direttamente per la battaglia per il trono; si tratta dei fratelli del defunto re Robert Baratheon, Stannis e Renly. Tra i due solo Renly è capace di far entrare in empatia lo spettatore e, stando a quanto si vede su schermo, è molto amato dai suoi seguaci. Ebbene, nella quinta puntata Renly Baratheon viene ucciso, pugnalato da un’ombra con il volto di Stannis Baratheon; un’ombra che è stata partorita pochi minuti prima da Melisandre, detta anche la Donna Rossa, sacerdotessa del culto R’hllor. L’assassinio avviene nella tenda di Renly alla sola presenza di Brienne di Tarth e Catelyn Stark (moglie del defunto Eddard Stark). Anche questa morte a schermo avviene con una gestione dei tempi da manuale; è improvvisa, coinvolge uno dei possibili protagonisti di una grande guerra e avviene solo d’avanti a tre testimoni: Brienne, Catelyn e lo spettatore (o spettatrice).
Terza stagione di Game of Thrones: la stagione del trauma
La terza stagione è densa di avvenimenti e l’evoluzione dei personaggi, unita a quella della trama, è ben amalgamata e coadiuvata da un buon ritmo. Se avete già visto la serie saprete certamente dove stiamo andando a parare. La puntata è la nona; siamo nel castello di Walder Frey e si stanno tenendo le celebrazioni per la rinnovata alleanza tra Robb Stark, il Re del Nord, e casa Frey. L’alleanza era stata rotta in seguito al giuramento infranto dallo stesso Robb Stark, ovvero quello di sposare una delle figlie di Walder Frey. Per riparare a tale torto viene combinato un matrimonio tra Edmure Tully, fratello minore di Catelyn, e Roslin Frey. In pochi minuti si consuma la tragedia che dà vita al trauma indelebile (un po’ come quello della quarta puntata di Fullmetal Alchemist: Brotherhood); i musici stanno eseguendo la famigerata Rains of Castamere e Catelyn inizia a guardarsi intorno con sospetto. Ma prima facciamo una digressione.
Gli Stark mai così vicini
Sansa ed Arya Stark, figlie di Eddard e Catelyn Stark, hanno accompagnato il padre ad Approdo del Re, la capitale dei sette regni. Dopo la promessa di matrimonio tra Sansa e Joffrey Baratheon e l’esecuzione di Eddard, tanto Sansa quanto Arya, restano isolate dalla propria famiglia. Tuttavia, mentre Sansa ha vissuto da “prigioniera” ad Approdo del Re, sua sorella aveva lasciato la capitale il giorno stesso della morte di Ned. Da allora Arya ha vissuto delle avventure (e disavventure) nei luoghi più disparati; per un certo periodo è stata persino la coppiera (in incognito) di Tywin Lannister, padre di Cersei e nonno di Joffrey Baratheon. Ebbene, dopo aver viaggiato a lungo con Sandor Cleagane, detto il Mastino, devia il suo percorso per riunirsi agli Stark presenti alle nozze di Edmure e Roslin. Con uno stratagemma riesce ad arrivare fino alle porte della fortezza dei Frey. Fine digressione.
Le Nozze Rosse
Con i paragrafi precedenti spero di aver ricreato l’atmosfera speranzosa (almeno per chi è stato tifoso degli Stark) con cui ci si è approcciati alle nozze per sugellare l’alleanza tra Robb e Walder. Sulle note di una colonna sonora (portante) di Game of Thrones inizia il massacro degli Stark a opera dei Frey. Tra le vittime anche la moglie di Robb che porta in grembo il figlio generato dalla loro unione. La scena è tanto significativa quanto cruenta: Talisa Stark, infatti, viene accoltellata più volte all’altezza del ventre. Una morte molto crudele che materializza tutto l’odio accumulato dai Frey nei confronti degli Stark; un odio talmente profondo da voler spargere il sangue durante una festa di nozze, persino quello di chi non è ancora nato. Accoltellare il feto, inoltre, simboleggia anche la volontà di distruggere la dinastia degli Stark. A schermo vedremo anche le morti di Robb e Catelyn e del metalupo di Robb; come ricorderete, i figli di Eddard e Catelyne Stark (e Jon Snow) hanno un metalupo ciascuno a partire dalla prima puntata della serie. L’esecuzione di Vento Grigio, il metalupo di Robb, avviene con una testimone d’eccezione: Arya Stark. È in questo modo che ella intuisce del tradimento consumatosi al castello e che, quindi, non riuscirà a ricongiungersi alla famiglia. Siete autorizzati a piangere.
Game of Thrones, non solo morte
Come spero si sia capito non scrivo queste righe per tentare di demolire la serie di Game of Thrones. Le morti che ho appena elencato, oltre ad essere una piccola parte di quelle viste a schermo, sono molto significative perché terminano percorsi e sottotrame che le vittime portano con sé. Assistere all’ascesa – e caduta – del Giovane Lupo Robb Stark, al modo in cui è riuscito a guadagnarsi il rispetto e la fedeltà dei suoi alleati, a come ha conosciuto Talisa e vederli innamorarsi fino a sposarsi è sintomo del fatto che la cura messa nelle sottotrame non è inferiore a quella degli eventi principali. L’evoluzione dei personaggi è tanto credibile quanto coerente; una volta tornati lucidi dal trauma delle Nozze Rosse, possiamo vedere come quel massacro sia del tutto coerente con gli avvenimenti e le caratteristiche dei personaggi. Prima di quel momento, infatti, Robb Stark affronta un percorso in cui rimane sempre più isolato e senza alleati. Ha infranto un giuramento e Walder è un uomo pieno di rancore nei confronti delle grandi casate, tra cui gli Stark. Non c’è da sorprendersi, quindi, che sia anche un uomo vendicativo, senza il minimo senso dell’onore. Tutti questi ingredienti sono necessari, nonché perfetti, per accomodare una puntata come la nona della terza stagione.
Jaime Lannister: la storia di un cattivo che non lo era
Uno dei personaggi più in vista fin da subito in Game of Thrones è senza ombra di dubbio Jaime Lannister, guardia reale, noto anche come assassino di Re; è il fratello gemello di Cersei Lannister, sposa di Robert Baratheon. Nella prima puntata scopriamo come lui e Cersei intrattengano un rapporto incestuoso; ma non siamo i soli a scoprirlo. Il piccolo Bran Stark, uno dei figli di Eddard e Catelyn Stark, scopre la regina e suo fratello mentre consumano il loro incesto. Per farlo tacere Jaime lo butta giù dalla torre in cui tutta la scena ha luogo; non un buon modo di suscitare la benevolenza degli spettatori e delle spettatrici. Questo innesca una serie di eventi che chi ha visto la serie ben conosce; il percorso che porta Bran a diventare il “Corvo con Tre Occhi”, per esempio. Ma innesca anche un percorso mentale e morale che porta Jaime a diventare sempre più emancipato dalla figura di Cersei, fino al punto di andare a Nord e combattere la battaglia contro il Re della Notte. Niente male, considerando l’inizio della sua parabola.
Fine parte prima
Per il momento ci salutiamo. Venerdì verrà pubblicata la seconda parte di questa retrospettiva.
Ps. Quali sono i vostri personaggi preferiti di Game of Thrones e quali detestate? La stagione migliore? E quella peggiore? Fatecelo sapere nei commenti.
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