Un Professore 2: o dove la Rai fa finta di osare
4 Gennaio 2024Giovedì 21 dicembre si è conclusa “Un professore 2”, una delle serie più di successo della rete ammiraglia della TV pubblica. Una serie che era attesa dai fan, ma che ha deluso le aspettative di chi ha atteso due anni per vedere come la storia proseguiva. Guardiamo insieme cosa non non ha funzionato o ha funzionato poco in questa stagione di “Un Professore 2”, una serie dove la Rai fa finta di osare.
Messa in onda e risultati
La seconda stagione di “Un professore” è andato in onda su Rai 1 dal 23 novembre al 21 dicembre. La serie ha tenuto attaccati allo schermo una media di quasi 4 milioni di telespettatori per puntata, superando sempre il 20% di share. Importanti anche i numeri per quanto riguarda le interazioni social, soprattutto su Twitter ( o X, come preferite). Durante ogni messa in onda l’hashtag ufficiale della serie è risultato primo nella classifica dei trend della serata, sfiorando e, a volte, superando i 100 mila tweet.
Purtroppo, però, i numeri sono stati in contrasto con l’effettivo gradimento della serie, almeno per quanto riguarda la parte social. Bastava fare un giro sull’hashtag per capire che la sceneggiatura della stagione non è stata gradita dalla maggior parte dei fan, in particolare da quella parte di fandom che ha letteralmente passato due anni a immaginare come sarebbero potute andare le cose. Ci si è ritrovati con una storia sviluppata male che ha messo in risalto i problemi che questa serie aveva già dalla prima stagione.
Ma cosa non ha funzionato in “Un Professore 2”?
Ho cercato di raccogliere le critiche più diffuse e proverò a spiegarle dal mio punto di vista.
“Un professore 2”: l’aggressione omofoba
Uno dei primi eventi della stagione è l’aggressione che subisce Simone a scuola. Non un’ aggressione semplice, dovuta a futili motivi, ma dettata dall’omofobia di tre ragazzi. Ad avere la peggio dal punto di vista fisico è Ernesto, uno dei ragazzi che ha aggredito Simone, che viene colpito con una spranga di ferro da Mimmo, una “vecchia” new entry della stagione. Il ragazzo finisce in coma e, ovviamente, la famiglia sporge denuncia per scoprire chi lo ha aggredito.
Di mezzo ci va Simone, che viene sospeso fino al risveglio di Ernesto, che lo scagiona.
Ma la questione non è per niente risolta, penserebbe uno spettatore medio. La famiglia sa che non è stato Simone, ma qualcuno deve pur aver colpito Ernesto alle spalle.
Invece no. Subito dopo il risveglio, la denuncia viene ritirata e l’aggressione subita da Simone viene fatta passare come un semplice litigio tra adolescenti, una ragazzata.
Una delle cose più gravi è che Dante è ben conscio del motivo dell’aggressione, ma decide di nicchiare sulla questione, passando, come al solito, sopra i sentimenti del figlio.
Da persona che ha guardato decine di serie TV, mi aspettavo che questa sottotrama fosse il filo portante della stagione. Si doveva continuare con le indagini, scoprire il vero aggressore, scoprire il reale motivo della violenza. Si doveva provare a mandare un messaggio alla società, visto che di aggressioni omofobe se ne sente parlare troppo spesso.
Questa sarebbe stata una trama più interessante da seguire anche per il personaggio di Mimmo, invece di incastrarlo in una vicenda dalle tinte mafiose. E sarebbe stata l’occasione per far vedere che la società non chiude gli occhi davanti a determinati argomenti.
La violenza di genere
Altro grande tema trattato in “Un Professore 2” è quello della violenza sulle donne. Luna, una delle poche superstiti della classe originale, viene adescata da uno sconosciuto tramite dei messaggi sul cellulare. Sconosciuto che chiede a Luna di inviargli anche foto che mostrassero il suo corpo.
La ragazza, che ci viene mostrata insicura della sua bellezza perché è stata appena lasciata dal suo fidanzato, cede a queste lusinghe. Non solo manda quelle foto, ma accetta anche di andare ad un appuntamento. Per fortuna con lei c’è Laura (altra sopravvissuta) che allerta il professor Balestra e, insieme a Simone e Manuel, salva Luna da una violenza di gruppo. Dopo questa scena da poliziesco, Dante dice di fare la foto alla targa della macchina dei ragazzi.
Peccato che a questa scena non ne sia seguita una in cui si mostra Luna in un commissariato a denunciare l’accaduto. Quanto sarebbe stato importante mostrare una conclusione del genere della vicenda?
Invece ci ritroviamo a supporre che i tre ragazzi che hanno fatto violenza ne usciranno impuniti.
In compenso, per mettere un punto a questa sottotrama, abbiamo avuto un discorso condito di retorica e di frasi sbagliate proprio davanti a un murale contro la violenza sulle donne.
Come funzionano i servizi sociali secondo “Un Professore 2”
In questa seconda stagione fa il suo ingresso nella classe Nina, una ragazza di origini polacche, che scopriamo essere una ragazza madre. La figlia – Lilli, di due anni – è stata data in affidamento dopo che la ragazza aveva portato la bambina, ancora neonata, a un rave.
Quando Dante viene a conoscenza della storia, si attiva subito per permettere alla sua nuova alunna di poter rivedere la figlia. Contatta l’assistente sociale e, dicendo frasi tipo “Nina è una brava ragazza, è la più brava della classe”, la convince a concedere un incontro.
Dopo questo primo incontro, a Nina viene permesso di vedere la bambina con più assiduità. Ma durante l’appuntamento successivo lei, Manuel e la bambina fanno un incidente. E, giustamente, il giudice decide di bloccare gli incontri.
Il rapimento
Da questo avvenimento parte il delirio. Nina, con l’aiuto di Manuel, decide di rapire la bambina perché “non ce la fa più a stare senza di lei”. I due provano a fuggire in Francia, senza avere molto denaro a disposizione, ma falliscono e si rifugiano a villa Balestra. Qui il loro piano viene scoperto dall’intera famiglia Ferro – Balestra, e Dante convince i genitori affidatari a non sporgere denuncia.
Nel frattempo Manuel si è rivolto al padre, Nicola (di cui parleremo dopo), per chiedergli di aiutare lui e Nina dal punto di vista economico. Durante questa scena, al personaggio di Manuel vengono fatte dire delle frasi aberranti come “È un’ingiustizia che a Nina sia stata tolta la figlia per uno sbaglio che ha fatto”. Per fortuna Nicola sembra essere l’adulto con più senno in questa stagione e denuncia il rapimento alla polizia.
Nina e Manuel non vengono denunciati.
L’unica conseguenza del rapimento, infatti, è l’allontanamento di Nina da Lilli. A seguito del time skip di alcuni mesi, scopriamo che il giudice si è mostrato disponibile all’affidamento della bambina, a patto che Nina trovi un lavoro.
Ora, a prescindere da come proseguirà la storia di Nina, “Un Professore 2” ci ha proposto un’ immagine sbagliata: quella che i bambini sono pedine, oggetti, nelle mani degli adulti e che avere un legame biologico con loro ti dà il diritto di reclamarli come tuoi possedimenti. Tutto questo colpevolizzando, quasi, il lavoro dei servizi sociali.
Parliamoci chiaro. La possibilità di rivedere un figlio che è stato affidato ai servizi sociali e, in seguito, a una famiglia, non ti può venire concessa perché qualcuno parla bene di te all’assistente sociale. Esistono molti passaggi da fare prima che questo venga concesso, bisogna fare le dovute indagini. Non è di certo qualcosa che succede dall’oggi al domani.
Per non parlare delle parole dette da Dante, che si ostina a dire che Nina è una brava ragazza per giustificare le sue azioni. Essere una brava ragazza, una ragazza intelligente ed educata non equivale a essere una buona madre. Ne è la prova il fatto che Nina sia così immatura da mettere il proprio benessere davanti a quello della figlia, che dovrebbe essere sempre prioritario. Portare via la bambina da un contesto familiare sano, come ci è stato mostrato essere quello dei genitori affidatari, per proprio capriccio personale dimostra che Nina non ha ancora imparato dai suoi errori.
In ultimo, non voglio dimenticare la romanticizzazione del rapimento da parte della casa di produzione.
I nuovi personaggi e le nuove coppie in “Un Professore 2”
Mimmo e i Mimmone
Vi ricordate di Mimmo Bruni, lo studente che aveva messo nei guai Dante perché quest’ultimo lo aveva ospitato a casa sua dopo che il ragazzo aveva commesso dei crimini? Quello che avevano condannato a 6 anni di reclusione per rapina a mano armata e tentato omicidio e che sarebbe finito in carcere a Poggioreale?
Ecco, siccome dopo il successo di “Mare Fuori” si è capito che il connubio adolescente – crimine funziona, gli sceneggiatori hanno deciso di inserire questa trama anche in “Un Professore 2”. E se nella prima stagione avevi già creato un personaggio perfetto per essere usato a questo scopo, hai mezzo lavoro praticamente fatto.
Così, in questa seconda stagione ritroviamo Mimmo Bruni, chissà perché trasferito a Rebibbia, con soli due anni da scontare e senza nessun tentato omicidio sulla sua fedina penale. Al ragazzo viene concessa la libertà vigilata: può uscire dal carcere per recarsi a fare il volontario nella biblioteca del Liceo Leonardo da Vinci, sotto la tutela del suo amato professor Dante.
Ovviamente si è scelto di affibbiargli una trama che lo collegasse alla vita malavitosa.
Mimmo, infatti, è in cella con due criminali, e uno di questi, Molosso, gli dà del “lavoro” da fare per quando è fuori dalla cella. Per assolvere a queste richieste deve assentarsi da scuola. Pensate che a qualcuno interessi che il ragazzo, invece che presentarsi in biblioteca, vada in giro per Roma a chiedere soldi ai negozianti? La risposta è no, se escludiamo il povero professore De Angelis.
Dante, ovviamente, si accorge di questi movimenti strani, ma, invece di andare a chiedere direttamente a Mimmo cosa stia succedendo, decide di farsi gli affari propri. Almeno fino a quando il figlio non confessa che il suo amato ex studente si sta mettendo in guai più grossi di quelli che lo hanno portato in carcere. Dopo un iniziale momento di rifiuto, Mimmo decide di collaborare e aiuta le forze dell’ordine a smascherare una rete di riciclaggio; a causa di questa sua testimonianza, però, è costretto a entrare nel programma di protezione testimoni e lasciare Roma e Simone.
La storia di Mimmo e Simone
Sì, perché Mimmo è il love interest di Simone in questa seconda stagione, e, insieme, danno vita alla nuova ship dei Mimmone (nome derivato dalla crasi dei nomi Mimmo e Simone).
Il loro rapporto cresce pian piano: Simone mostra subito interesse per lui, poi sono uniti dal segreto dell’aggressione ad Ernesto, con Simone che si prende le colpe e evita che a finire nei guai sia nuovamente Mimmo. È sempre Simone ad insistere per aiutare Mimmo nei “lavoretti” che deve fare, sia direttamente che indirettamente (limitandosi a prestargli la moto). È Simone che prova ad aiutare l’altro ragazzo ad uscire dal giro, dicendo tutto al padre.
Non si può negare che a legarli ci sia un vero sentimento, anche se ad unirli c’è la smodata passione di Simone a salvare in tutti i modi il ragazzo che gli piace, unito al suo desiderio di essere amato, e la solitudine di Mimmo che non ha altra persona a cui rivolgersi se non Simone.
Nina e i Manina
Come già anticipato, Nina è uno dei nuovi personaggi di “Un professore 2”. Appena arriva in classe, si mostra guardinga e scontrosa nei confronti degli altri, e sta sempre in un angolo da sola.
Iniziamo a conoscerla quando comincia la frequentazione con Manuel. Tutto quello che ci rimane di lei, alla fine della stagione, è l’impressione di avere davanti un personaggio scritto male, per nulla pensato per far empatizzare il pubblico con la sua storia.
Nina, infatti, anche con le persone che cercano di aiutarla si mostra dispotica, antipatica, una bambina viziata a cui hanno tolto il giocattolo che vuole assolutamente riavere indietro.
La storia di Nina e Manuel
La sua relazione con Manuel – Manina è l’unione dei loro nomi – è fondata sul niente: pochi momenti di dialogo tra loro e, quando ci sono, sono incentrati solo su di lei e sulla sua situazione. Nina non ha una buona considerazione di Manuel, lo tratta male e lo insulta anche quando il ragazzo cerca in tutti i modi di recuperare dei soldi per la loro fuga.
La sceneggiatura ce la descrive come la storia d’amore del secolo: tutti, da Dante, ad Anita, al professore Lombardi, ci dicono che sono due ragazzi molto innamorati, due calamite che è difficile allontanare a causa della forza del loro amore. Peccato che, poi, in scena abbiamo una coppia con queste vibes:
Lo sguardo di Manuel quando sta con lei è spento.
La sceneggiatura, che tanto ci tiene a farci sapere come i due siano troppo presi dal loro sentimento, allo stesso tempo non li fa interagire mai, se non nelle scene atte a far andare avanti la loro storia.
Mai dei momenti in classe in cui i due stiano insieme. Anche quando fanno le uscite con Dante, troviamo Manuel sempre vicino a Simone, attaccato al suo amico, nonostante la sua ragazza sia al suo fianco.
Nicola, Viola e Rayan
Piccola citazione per gli altri nuovi ingressi della stagione, su cui ho poco da dire.
Nicola, che scopriamo essere il padre di Manuel, è l’adulto più adulto della serie; l’unico in grado di prendere le decisioni giuste e di assumersi le proprie responsabilità.
Viola, figlia di Nicola e, quindi, sorella di Manuel, è una ragazza dolcissima. Ha difficoltà nell’ affrontare la realtà, che la vede costretta su una sedia a rotelle per il resto della sua vita. Momenti difficili che riesce a superare anche grazie alla presenza di Rayan, nuovo alunno della classe, ragazzo con tanta speranza nel futuro.
E i protagonisti?
Dante
Qualcuno può gentilmente dire al caro professore che le questioni, soprattutto quelle che riguardano la vita di altre persone, non si risolvono con un “Ci vado a parlare io.”?
Mi riferisco a quando vede che Mimmo non entra a scuola per vari giorni. O quando lo vede allontanarsi su macchine sconosciute. Oppure quando De Angelis gli fa notare che il ragazzo non può fare come gli pare e assentarsi così spesso dal suo lavoro. Quando l’altro professore vorrebbe portare la preside a conoscenza della situazione, Dante gli risponde che se la sarebbe vista lui con Mimmo. Chissà come sarebbe finita se avesse interrotto tutto sul nascere.
Oppure quando viene a conoscenza del rapimento di Lilli da parte di Nina e Manuel, e decide di andare a parlare con la famiglia affidataria. Perché non riportare direttamente la bambina a casa, facendo scusare Nina? Non gli è bastato già una volta rendersi complice di un crimine, cosa che gli è costata l’allontanamento dalla scuola del luogo?
Per fortuna in quella situazione, Nicola ha fatto la cosa giusta, con il rischio di farsi odiare dall’appena ritrovato figlio. Tutti abbiamo apprezzato che abbia fatto notare a Dante come ci si comporti nel modo giusto.
Dante e i consigli
Altro momento in cui Dante ha dato un consiglio discutibile è stato quando ha parlato con Manuel della situazione di Nina. Con le sue parole ha fatto ricadere sul ragazzo delle responsabilità che non gli dovrebbero appartenere. Manuel, alla fine, spinto dai sensi di colpa e fidandosi di una persona in cui ha cieca stima, si riavvicina a Nina.
Vogliamo parlare di quando consiglia a Simone di andare a trovare Ernesto, il ragazzo che l’ha aggredito, in ospedale? E nonostante sappia che il figlio abbia subito un’aggressione omofoba, non fa niente per mettere in risalto la questione. Come al solito, il rapporto con Simone passa sempre in secondo piano rispetto a quello con gli altri ragazzi. Curioso che venga recuperato solo quando uno dei due rischia di morire.
Anita
Anche Anita, in questa stagione di “Un Professore 2”, ha degli atteggiamenti controversi.
Scopriamo, infatti, che il padre di Manuel non ha mai saputo dell’esistenza del figlio perché Anita gliel’ha taciuta per non compromettere la nascente carriera dell’uomo. Ma anche quando Nicola torna nella sua vita, la sua indecisione e la sua mancanza di forza nel prendersi le proprie responsabilità non le fanno dire la verità né all’uomo né a Manuel.
Sembra che il ritorno di Nicola nella vita di Anita, la faccia regredire alla sua gioventù: per tutta la stagione ci appare come una donna spaventata dalle decisioni e dalle responsabilità.
Simone
Simone, in teoria, dovrebbe essere uno dei protagonisti della serie. Ma per più di metà stagione ci appare più come il gregario di Mimmo che altro.
Lo screentime che gli toccherebbe viene prosciugato dalla trama crime e dalla presenza di Mimmo, che, di fatto, diventa il terzo protagonista adolescente, togliendo la possibilità al personaggio di Simone di crescere.
Se nei primi episodi di “Un Professore 2”, Simone ci viene mostrato più sicuro di sé, con l’avanzare della trama ci troviamo davanti un personaggio piatto. Un personaggio che non mostra miglioramenti rispetto alla prima stagione, probabilmente perché gli viene affibbiata una trama molto simile (basta sostituire Manuel con Mimmo).
La sua passione per la matematica sparisce – non riesce a risolvere neanche una semplice funzione – e i pomeriggi passati ad allenarsi a rugby sono solo un ricordo.
Un miglioramento lo possiamo apprezzare negli ultimi tre episodi, quando si sgancia dalla trama legata a Mimmo, e si trova ad affrontare la malattia del padre.
Manuel
Ok, qui sopra c’è scritto Manuel, ma, probabilmente, leggendo, vi renderete conto che sto descrivendo un personaggio completamente diverso da quello che abbiamo conosciuto ( e molti di noi) amato nella prima stagione.
Nei primi quattro episodi di “Un professore 2”, Manuel ci appare cresciuto. Ha un rapporto più maturo con Simone, nonostante non perdano la voglia di punzecchiarsi. Ama incondizionatamente la madre ed ha ancora la passione per la filosofia.
Nei due episodi seguenti resta ancora il Manuel di sempre, anche se si trova ad affrontare la scoperta di avere un padre. Padre che, in realtà, non l’ha abbandonato, ma che ignorava la sua esistenza.
È nei restanti sei episodi che il suo personaggio inizia a sgretolarsi, fino ad arrivare al completo annientamento del carattere originale nell’episodio 11. Il comportamento di Manuel inizia a diventare piatto man mano che la storia con Nina si trasforma in qualcosa di importante nella sua vita. Notiamo come Manuel non reagisce quando la ragazza lo insulta, si mostra apatico e con lo sguardo perso nella maggior parte delle loro interazioni.
C’è un preciso momento in cui ogni fan della serie ha capito che quello che aveva davanti era un Manuel proveniente da un universo parallelo – tra l’altro, li aveva nominati proprio lui nell’episodio 6. Il momento in questione è quando, per racimolare soldi per continuare la fuga con Nina, entra nell’appartamento della madre e le ruba i risparmi, nonostante sappia quanto sia difficile per lei mettere dei soldi da parte. Subito dopo, lo vediamo che vende la sua moto – moto che non ha mai pensato di vendere nemmeno quando la situazione economica sua e della madre era critica.
Così, abbiamo assistito allo smantellamento di uno dei personaggi più complessi della serie. Tutta la maturazione apparsa nei primi sei episodi cancellata.
I Simuel (o quel che ne rimane)
Nel corso della prima stagione, gli spettatori si erano affezionati al rapporto che si era creato tra Simone e Manuel. I due erano sempre pronti a sostenersi a vicenda, nonostante un attimo prima si fossero insultati. Al di là di quello che poteva essere l’aspetto romantico della questione, il loro esserci sempre l’uno per l’altro e la cura nell’assicurarsi che l’altro fosse al sicuro che veniva prima della propria incolumità, avevano fatto innamorare il pubblico.
Durante i primi quattro episodi di “Un Professore 2”, sembrava che le intenzioni della sceneggiatura fossero uguali a quelle della prima. Era possibile notare anche una maturazione del loro rapporto. Simone libero di scherzare su quello che c’era stato tra di loro, libero nel manifestare l’interesse per un altro ragazzo. Manuel che, invece di attaccare nei momenti in cui Simone mostra fastidio per il suo atteggiamento, cerca di sdrammatizzare i toni.
Dopo questi primi episodi, il loro rapporto va a scemare. Sono pochi i momenti in cui si confidano – nonostante dormano nella stessa camera – e, se le confessioni ci sono, solitamente sono fatte off screen.
I momenti di contatto tra i due sono veramente pochi. Entrambi sono persi in trame che non contribuiscono allo sviluppo del loro personaggio. Dal quinto episodio in poi, se uno è in classe, l’altro non c’è; se uno è in villa, l’altro non si sa bene dove sia; se uno entra nella stanza, l’altro esce.
Non so quale fosse l’idea finale degli sceneggiatori. Farli passare come amici, fratelli? Altro?
Il risultato che hanno ottenuto è di due quasi sconosciuti. Due persone che non sanno quello che accade nella vita l’uno dell’altro, ma tenute insieme da un sentimento che traspare nelle pochissime scene che hanno condiviso.
Omofobia e bifobia in “Un Professore 2”
L’omofobia
Nel primo articolo che ho scritto per parlare della serie – “Un Professore: o dove la Rai non ha osato osare” – avevo messo in risalto il fatto che la rete ammiraglia del servizio pubblico avesse mandato in onda un bacio tra Manuel e Simone ripreso da lontano, forse spaventati dalla reazione del pubblico.
In questa seconda stagione si potevano affrontare due temi importanti come il percorso di accettazione di Manuel e il mostrare una storia d’amore omosessuale. Gli sceneggiatori, invece, hanno deciso di lasciare al pubblico un contentino, con alcuni baci tra Simone e Mimmo – di cui solo uno, il primo sfioramento di labbra, fatto alla luce del sole, anche se il luogo era deserto.
Prendendo in considerazione che “Un professore” ha tra i protagonisti un ragazzo gay, gli sceneggiatori dovevano mettere in conto che il pubblico si aspettasse una relazione per Simone, che fosse con Manuel o meno.
Voi mi direte: “Ma la relazione c’è stata!”. Nì.
Abbiamo sì visto Simone e Mimmo baciarsi on screen – anche se il primo vero bacio è stato interrotto casualmente dalla pubblicità – ma la loro relazione si svolge sempre lontano dagli occhi degli altri.
Sarebbe stato bello vedere Simone parlare con la madre, con il padre o con la nonna del fatto che abbia trovato qualcuno che gli vuole bene. Invece, anche in questo caso dobbiamo supporre che tale conversazione ci sia stata off screen, visto che Dante dà la possibilità a Simone di salutare Mimmo prima che quest’ultimo vada via.
Sarà per questo che hanno scelto, come love interest di Simone, Mimmo, un ragazzo che non poteva viversi la quotidianità di una relazione adolescenziale?
Bisogna anche sottolineare che tutte le copie etero in “Un Professore 2” hanno un finale felice – anche Laura e Matteo, con la loro storia costruita in 15 battute totali durante l’intera stagione. L’unica coppia omosessuale, invece, è destinata a un allontanamento.
Questa sembra proprio omofobia.
La bifobia
Per quanto riguarda la questione della bifobia, è palese per come vengono trattati il personaggio di Manuel e quello di Mimmo.
Manuel
Avevamo lasciato Manuel a fine prima stagione confuso. Aveva fatto sesso con il suo migliore amico e gli era piaciuto, come aveva confessato lui stesso a Simone. Aveva paura di essere qualcuno di diverso da quello che aveva sempre pensato. Questo lo aveva portato a difendersi, attaccando in malo modo Simone e affermandosi etero.
La confusione era evidente quando Manuel stava parlando con la madre, nell’ultimo episodio della scorsa stagione. In quella scena lo avevamo visto afflitto per come aveva trattato Simone e lo aveva annoverato tra le persone per cui ha avuto un interesse.
All’inizio di “Un Professore 2” sembra quasi che Manuel stia iniziando a capire chi veramente è. Mostra gelosia nei confronti di Simone e flirta velatamente con lui. Ma tutto finisce dopo i primi episodi – un accenno di gelosia lo ritroviamo anche nell’episodio 9 – e il suo personaggio viene relegato a quello che abbiamo analizzato prima.
Mimmo
Ma neanche il personaggio di Mimmo affronta il tema della bisessualità.
Sappiamo che Mimmo, prima di finire in carcere, ha avuto una ragazza che non ha amato. Quando Simone mostra interesse nei suoi confronti, anche lui inizia a guardare il ragazzo con altri occhi, fino ad arrivare a baciarlo. La loro relazione continuerà, poi, senza spiegazioni riguardo la sua sessualità.
Ed è proprio il personaggio di Mimmo ad informare lo spettatore che non si deve fare troppe domande, subito dopo il primo timido bacio.
Questo rende il personaggio di Mimmo ambiguo: potrebbe essere bisessuale, ma potrebbe anche essere omosessuale, visto che, proprio come Simone nella prima stagione, è stato con una ragazza ma non l’amava.
Non affrontare un argomento così importante invalida il motivo per cui molta gente si era avvicinata alla serie. Rivedere in Manuel i propri dubbi e le proprie insicurezze aveva portato le persone ad avere coraggio e a fare coming out, o anche solo a iniziare il proprio percorso di accettazione come persona bisessuale.
Leggere che Manuel è un ragazzo etero, molto creativo e curioso – come detto da uno degli sceneggiatori in un’intervista – dopo tutti gli atteggiamenti e gli sguardi riservati a Simone (che trascendono il mero rapporto sessuale) sa proprio di negazione della realtà e di marcia indietro non solo nell’economia della serie, ma della società tutta.
Vi lascio il link di un pagina Instagram che spiega sicuramente meglio di me i problemi relativi a questi temi.
COSA ASPETTARSI NELLA STAGIONE 3?
Questa è una domanda a cui è difficile rispondere perché di storie aperte e in sospeso non ce ne sono. Quindi nella terza stagione si apriranno altre trame e, al momento, è impossibile prevedere quali.
Il capo degli sceneggiatori, nella stessa intervista citata prima, ha affermato che lui vorrebbe puntare sui personaggi di Simone, Manuel e Mimmo.
Sappiamo che la serie non tiene conto di come funziona la legge italiana. Quindi, non è improbabile che riescano a far tornare Mimmo dal programma protezioni testimoni, visto che la durata minima dello stesso è di sei mesi.
Ma riportare Mimmo all’interno della serie vorrebbe dire anche riportare la sottotrama crime. Il ragazzo si è messo contro un boss e, di solito, queste persone non dimenticano facilmente i torti subiti. Una trama che, in una serie nata come un prodotto basato su un professore e i suoi studenti, risulterebbe pesante da affrontare per una terza volta. Se volessi vedere il connubio adolescenti e crimine, guarderei un’altra serie già presente nella lista delle serie Rai.
Cosa sperare per la terza stagione?
Una delle cose che spero è che a Simone sia concessa la possibilità di vivere una relazione alla luce del sole.
Spero che il personaggio di Manuel venga rivisto e riportato sulla strada intrapresa a inizio della seconda stagione – e che gli sceneggiatori non facciano finta di non vedere l’enorme elefante colorato di rosa, viola e blu che balla nella loro stanza.
Mi auguro che ci siano più scene di classe, in cui i ragazzi interagiscono fra loro. In “Un Professore 2” l’amicizia tra i compagni di classe è completamente scomparsa – escludendo le scene delle feste – e i personaggi nuovi hanno pochi dialoghi con il resto della classe. Se ci fate caso, il personaggio di Nina non parla con nessuno se non con Manuel.
Tenendo in conto che, in questa seconda stagione, ci si poteva concentrare di più sull’aggressione omofoba e sul far affrontare meglio a Manuel la scoperta di avere un padre e una sorella e costruire in modo decente un rapporto con loro, la speranza più grande è che gli sceneggiatori non si stanchino di scrivere una trama decente dopo i primi episodi e che cerchino di trattare meno temi, ma nel miglior modo possibile.
(P.S. La prima stagione di “Un professore” si trova anche su Netflix; dal 21 gennaio sarà disponibile anche la seconda stagione. Altrimenti, si può recuperare su RaiPlay
Grazie, Rosalba, di questo ottimo articolo sulla deludente stagione 2. Fa molto rammaricare quanto potenziale proveniente dalla stagione 1 (trama, situazioni, relazioni tra personaggi) sia stato sprecato o mal (o per niente) utilizzato nella st. 2, per non parlare del talento e della chimica tra Nicolas e Damiano, quasi per nulla valorizzati in questa stagione